jeju experience


Siamo atterrati a Jeju di sera e l'impatto e' stato niente di speciale. Tanta gente, tutto occupato da edifici disordinati e spesso squallidi, ristoranti poco identificabili o chiusi. Fame e stanchezza ci hanno spediti al Lotteria, fast food copia di Mac ma con maggiore declinazione al gusto coreano.  Jeju e' l'isola ma anche la città più grande.  Il nostro albergo era fuori dal centro in un quartiere periferico con vista oceano. Bell'hotel con piscina, colazione abbondante e varia. Il giorno dopo abbiamo preso il bus 202 e in 40 minuti ci siamo trovati in una spiaggia. Lo spazio per gli ombrelloni era minimo. L'effetto surreale di vedere il 99% dei presenti vestiti come sub con grossi cisambelloni gialli fare il bagno.  Solo pochissimi in costume o bichini. Per lo più occidentali. Ernesto inizialmente non voleva svestirsi, poi ha ceduto e abbiamo fatto il bagno. Acqua bella e pulita e bassa. Ottimo per famiglie. Poi abbiamo capito: questi li vestono da capo a piedi,  mettono il salvagente e li lasciano ore in acqua presidiata da bagnini con fischietto e microfono. E' piacevole lasciare averi e documenti  sotto l'ombrellone e farsi il bagno. In Italia sarebbe forse sparito tutto o quasi (a avremmo avuto l'ansia costante di controllare). Detto questo, due ore di sole diluiti in due giorni mi sono costati spalle rosse e irritate. Abbiamo anche provato la piscina sul tetto con una splendida vista mare...ma un casino allucinante di traffico e di musica kpop a volume altissimo.  Dell'isola abbiamo visto ben poco. Io ho fatto un giro nel quartiere ben tenuto che mi ha ricordato San Diego e ho visto dei bambini giocare in un parchetto e una vecchietta riempire taniche d'acqua per il suo assetato orticello. Mi sono sentito fuoriposta e me ne sono tornato in albergo, sudato e stanco.

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